University of Toronto G8 Information Centre
Vertici G7/G8

Debt Relief and Beyond
Rapporto trasmesso dai Ministri finanziari del G7 ai Capi di Stato e di Governo

Genova, 20-22 luglio 2001

Traduzione informale dall'originale in lingua inglese

Indice

A. Remissione del debito
    Attuazione dell'Iniziativa HIPC rafforzata
    Paesi che non si sono ancora qualificati, inclusi quelli coinvolti in conflitti
    Sostenibilità del debito
    Rafforzare l'Iniziativa
    Questioni finanziarie
B. Oltre la remissione del debito
    Estendere la strategia per la crescita e lo sviluppo
    Commercio
    Investimenti privati
    Investimenti in settori sociali chiave
    Sanità
    Istruzione

 

A. Remissione del debito


Attuazione dell'Iniziativa HIPC rafforzata

1. L'Iniziativa HIPC rafforzata che abbiamo approvato nel 1999 offre un più ampia, rapida e incisiva remissione del debito per i paesi  più poveri e maggiormente indebitati (HIPC). I Documenti per la Strategia di Riduzione del Debito (in inglese PRSP), elaborati da ogni singolo paese HIPC con l'assistenza delle Istituzioni Finanziarie Internazionali (IFI) e della comunità dei donatori e con il coinvolgimento della società civile, assicurano che la remissione del debito è correlata alle riforme economiche e sociali e alla riduzione della povertà.

2. In occasione del Vertice di Okinawa, 9 paesi HIPC avevano raggiunto la qualificazione (in inglese decision point), ottenendo 15 miliardi di dollari di remissione del debito. Oggi 23 paesi (Benin, Bolivia, Burkina Faso, Camerum, Ciad, Gambia, Guinea, Guinea Bissau, Guyana, Honduras, Madagascar, Malawi, Mali, Mauritania, Mozambico, Nicaragua, Niger, Ruanda, Sao Tomé e Principe, Senegal, Tanzania, Uganda e Zambia) si sono qualificati. I dati  raccolti dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) e dalla Banca Mondiale1 (BM) evidenziano che la remissione del debito impegnata a favore di questi paesi nell'ambito dell'Iniziativa HIPC ammonta a 34 miliardi di dollari in termini nominali. In aggiunta, molti paesi creditori stanno cancellando i crediti di aiuto (in inglese Official Development Assistance debt) e alcuni creditori stanno anche riducendo il debito commerciale oltre il livello richiesto dall'Iniziativa HIPC. Per questi paesi, la remissione complessiva del debito, incluso l'alleggerimento debitorio tradizionale, ammonta a oltre 53 miliardi di dollari, in relazione ad uno stock iniziale di debito di 74 miliardi2. Di conseguenza, il peso del servizio del debito di questi paesi sarà significativamente più basso di prima, e soprattutto più basso della media di quello di altri paesi con simili livelli di reddito. Le stime correnti indicano che la spesa sociale di questi paesi crescerà di 1,7 miliardi di dollari nel 2001-2002. Sulla base delle indicazioni disponibili, i 23 paesi hanno messo a bilancio, in media, circa il 40 per cento dell'assistenza ricevuta nell'ambito dell'Iniziativa HIPC per l'educazione e il 25 per cento per la salute pubblica. Gli altri settori prioritari includono la lotta all'AIDS, lo sviluppo rurale e le forniture di acqua potabile, il buon governo e lo sviluppo della capacità di gestire la cosa pubblica  e la costruzione di strade3.

3. In ultima analisi il successo dell'Iniziativa HIPC dipende non solo dalla tempestività dell'intervento e dall'ammontare di remissione debitoria, ma dagli sforzi che ogni paese effettuerà per adottare politiche efficaci per utilizzare le risorse efficacemente, aumentare la produttività e la crescita, investire nei settori sociali e quindi ridurre la povertà. Apprezziamo i risultati sinora raggiunti, tuttavia incoraggiamo i paesi interessati a continuare ad adoperarsi per raggiungere il momento della cancellazione del debito (in inglese completion point). Così come è stato previsto al momento della qualificazione, il raggiungimento di questo obiettivo richiede ulteriori progressi nell'adozione di riforme economiche, strutturali e sociali e maggiore capacità di governo, in particolare di aumentare la capacità di monitoraggio della spesa pubblica collegata alla remissione debitoria prodotta dall'Iniziativa HIPC. Migliorare l'efficacia della spesa pubblica è uno degli obiettivi principali per assicurare che i risparmi ottenuti con la remissione debitoria, al pari di altre risorse locali e dell'assistenza dall'estero, vengano efficacemente utilizzati per la riduzione della povertà.

4. E' importante erogare velocemente la remissione del debito interinale, cioè quella che si concede tra la qualificazione e la cancellazione, ai paesi che si sono qualificati, al fine di assisterli nel loro impegno a ridurre la povertà. Incoraggiamo tutta la comunità internazionale, incluse le Istituzioni Finanziarie Internazionali (IFI), ad aiutare i paesi HIPC a definire e attuare strategie di riduzione della povertà efficaci e che prevedano la partecipazione della società civile. Inoltre,  esortiamo le IFI e i donatori ad aiutare questi paesi a potenziare i loro sistemi di gestione di bilancio e spesa pubblica e a coordinare meglio l'erogazione degli aiuti. La valutazione dell'impatto sociale delle politiche, nell'ambito dei programmi di riduzione della povertà (PRSP), è altrettanto fondamentale. A tal fine, troviamo incoraggiante che la Banca Mondiale, insieme al FMI e ai paesi in via di sviluppo, stiano sviluppando metodi più efficienti per valutare l'impatto sui poveri delle politiche economiche.  


Paesi che non si sono ancora qualificati, inclusi quelli coinvolti in conflitti

5. Incoraggiamo i paesi HIPC che non hanno ancora raggiunto la qualificazione ad avviare rapidamente le riforme economiche e sociali necessarie per beneficiare delle misure di remissione del debito, inclusa la definizione di una strategia per la riduzione della povertà in cooperazione con il FMI e la BM.

6. I paesi appartenenti a questo gruppo si trovano ad affrontare gravi difficoltà dovute a conflitti, ad un contesto inadeguato sul piano strutturale ed istituzionale, a debolezze sul fronte del buon governo e dei risultati delle politiche economiche e sociali, tutte concause che rallentano sensibilmente la velocità alla quale possono procedere verso quest'obiettivo. Confermiamo la nostra intenzione, quando questi paesi avvieranno le riforme necessarie, di intensificare i nostri sforzi per assicurare il sostegno necessario affinché possano prendere le misure necessarie per ottenere la remissione del debito.

7. Ad Okinawa i Capi di Stato e di Governo dei paesi G8 lanciarono un appello ai paesi in guerra affinché ponessero termine alle ostilità e avviassero rapidamente il processo di qualificazione per l'Iniziativa HIPC. Confermammo che se ciò fosse avvenuto saremmo stati pronti a intensificare i nostri sforzi per aiutarli a qualificarsi per la remissione debitoria. Da allora vi sono stati numerosi incontri ad alto livello in cui questo messaggio è stato riproposto con forza. Apprezziamo gli sforzi del FMI che ha annunciato, in occasione delle riunioni di primavera delle IFI, che fornirà la propria assistenza di "emergenza post-conflitto" a termini concessionali. Apprezziamo inoltre i passi effettuati dalla BM per fornire una pronta assistenza ai paesi usciti dalla guerra. Constatiamo che l'attuale Iniziativa HIPC ha la flessibilità necessaria per recepire le circostanze particolari dei paesi usciti da un conflitto relativamente alla durata del periodo di verifica, se sono stati compiuti progressi significativi sul fronte della stabilità macroeconomica, del buon governo, del monitoraggio e della capacità di gestione della cosa pubblica. Sottolineiamo l'importanza di mantenere alta l'attenzione sui risultati ottenuti da questi paesi sul fronte delle riforme e dell'impegno per la riduzione della povertà.

8. Il FMI e la BM dovrebbero considerare, nel valutare la capacità dei paesi HIPC di compiere progressi nella direzione auspicata, tutti i fattori che possono minare la capacità di questi paesi di concentrarsi sulla crescita economica e la riduzione della povertà. Cruciale a tal fine sarà la trasparenza, l'entità e le modalità di rendicontazione della spesa militare, per assicurare che la remissione del debito venga usata per ridurre la povertà e non deviata verso spese improduttive. In quest'area è essenziale il coordinamento con le Nazioni Unite, le Organizzazioni Non Governative (ONG) ed i donatori bilaterali.


Sostenibilità del debito

9. L'Iniziativa HIPC rafforzata è finalizzata a migliorare le prospettive relative alla sostenibilità del debito nel medio e nel lungo periodo dei paesi beneficiari. Prendendo atto della vulnerabilità di questi paesi, l'Iniziativa accresce significativamente l'entità della remissione del debito al momento della qualificazione rispetto a quanto previsto dal programma HIPC originario. Non consideriamo tuttavia questo impianto uno strumento appropriato ed efficace per affrontare crisi di natura temporanea. Altri meccanismi finanziari, tra cui gli strumenti finanziari del FMI e della BM, sono in generale più appropriati per rispondere in modo flessibile ai bisogni dei paesi che attraversano crisi di natura temporanea. In circostanze eccezionali, e qualora fattori esogeni determinassero modifiche strutturali al quadro economico di un paese, ribadiamo che all'interno del quadro HIPC esiste l'opzione di considerare un ulteriore sforzo di remissione debitoria al momento della cancellazione definitiva del debito.

10. Apprezziamo inoltre la discussione in corso presso il FMI e la BM sulla sostenibilità del debito a medio e lungo periodo nei paesi HIPC. In particolare, esortiamo tali paesi a compiere ulteriori sforzi per mantenere la sostenibilità nel medio e lungo termine dopo la riduzione debitoria prevista dall'Iniziativa HIPC. Le politiche economiche dei singoli paesi HIPC sono di primaria importanza, e includono lo sviluppo di solidi sistemi di gestione del debito. Prendiamo nota del dibattito in corso, nell'ambito del 13° rifinanziamento delle risorse dell'Associazione Internazionale per lo Sviluppo (in inglese IDA),  sull'opportunità di aumentare il ricorso a finanziamenti sotto forma di dono e incoraggiamo la BM a esplorare attentamente le implicazioni finanziarie connesse e le problematiche legate all'attuazione di tale obiettivo e a riferire le proprie conclusioni nel corso del terzo incontro sul rifinanziamento dell'IDA che si terrà il prossimo ottobre. Una combinazione appropriata di prestiti concessionali e doni appare necessaria nel contesto della futura assistenza ai Paesi HIPC per mantenerne l'indebitamento a un livello sostenibile. Per questo ribadiamo che l'assistenza dovrebbe essere indirizzata, tra l'altro, verso un'allocazione delle risorse guidata da criteri di rendimento e dalla necessità di aumentare l'efficacia complessiva dell'assistenza stessa ai paesi in via di sviluppo. Lanciamo quindi un appello per un'azione coordinata tra tutti gli attori coinvolti - i paesi donatori, i paesi HIPC, e le IFI - per meglio definire le politiche di finanziamento più appropriate e assicurare la loro attuazione.

11. Ad Okinawa i Capi di Stato e di Governo dei paesi G8 misero in risalto l'importanza di effettuare politiche di finanziamento responsabili. Prendiamo nota del lavoro svolto dall'Organizzazione per la Cooperazione e Sviluppo Economico (OCSE) per rafforzare le misure volte ad assicurare che il sostegno ai paesi HIPC e ad altri paesi in via di sviluppo prestato tramite crediti alle esportazioni (Nota: ci si riferisce ai crediti che beneficiano di sostegno pubblico) non venga usato per fini improduttivi e esprimiamo il nostro apprezzamento per il raggiungimento di un accordo su una Dichiarazione di Principi con riferimento ai paesi HIPC. Invitiamo l'OCSE a considerare ulteriori misure per accrescere la trasparenza in quest'area, inclusa la pubblicazione delle regole e dei regolamenti esistenti a livello nazionale in materia.


Rafforzare l'Iniziativa

12. Constatiamo che nel corso degli ultimi 12 mesi diversi paesi creditori che non sono membri tradizionali del Club di Parigi hanno attuato misure per rimettere il debito secondo l'Iniziativa HIPC rafforzata. Ciò è incoraggiante, tuttavia sottolineiamo l'esigenza di una partecipazione piena e attiva di tutti i creditori per fornire una remissione del debito sollecita e adeguata ai paesi HIPC. Per migliorare ulteriormente l'efficacia dell'Iniziativa, a livello bilaterale abbiamo concordato di fornire il 100% di riduzione dei crediti di aiuto e dei crediti commerciali eleggibili verso i paesi qualificatisi all'Iniziativa HIPC. Invitiamo gli altri creditori bilaterali a effettuare sforzi simili per ampliare l'entità della remissione del debito erogabile verso i paesi HIPC che risulteranno eleggibili.


Questioni finanziarie

13. Riconosciamo che l'Iniziativa HIPC rafforzata comporta costi significativi, anche per quanto concerne il debito dovuto alle IFI. L'anno trascorso è stato caratterizzato da notevoli progressi sul fronte della mobilizzazione di sufficienti risorse, sia all'interno delle stesse IFI sia da parte dei donatori bilaterali, per promuovere una riduzione del debito più ampia, rapida e incisiva mediante l'Iniziativa HIPC rafforzata. In particolare, prendiamo atto di:

 

B. Oltre la remissione del debito


Espandere la strategia per la crescita e lo sviluppo

14. Lo scorso anno ad Okinawa i Capi di Stato e di Governo dei paesi G-8 concordarono sulla necessità di andare oltre l'iniziativa sul debito e di adottare un approccio multidimensionale di ampio respiro per ridurre la povertà e favorire lo sviluppo economico e sociale. Occorre una strategia per la crescita e lo sviluppo più estesa per rafforzare la capacità dei paesi in via di sviluppo di beneficiare appieno delle opportunità offerte da un'economia mondiale che si sta velocemente globalizzando e per raggiungere gli Obiettivi Internazionali dello Sviluppo (in inglese IDG), incluso quello di una riduzione della metà della quota della popolazione mondiale che vive in condizioni di povertà estrema entro il 2015. Prendiamo nota del contributo fornito dalla Terza Conferenza ONU sui paesi meno sviluppati (PMS) che si è svolta a Bruxelles dal 14 al 20 maggio 2001.

15. Il fondamento di una più efficace lotta alla povertà è dato innanzitutto dagli sforzi messi in atto dai paesi stessi per attuare riforme adeguate a ottenere una crescita elevata, un buon governo e un migliore sviluppo sociale, che includa la partecipazione e il coinvolgimento dei poveri. La comunità internazionale deve aiutare questi paesi a sviluppare e mettere in atto strategie di riduzione della povertà (PRSP) trasparenti, disegnate in modo da riflettere le priorità del paese stesso e con la partecipazione della società civile, in grado di integrare politiche volte a migliorare la produttività e a sostenere la crescita, condizioni necessarie per poter ridurre la povertà, con interventi intesi a migliorare la distribuzione dei benefici economici tramite l'effettuazione di maggiori e più equi investimenti e politiche sociali.

16. Abbiamo identificato concordemente ad accordi raggiunti in altre sedi multilaterali alcune priorità chiave verso le quali occorre dirigere gli sforzi intesi a promuovere un'efficace azione di riduzione della povertà e una crescita sostenibile. A tale proposito, sono state delineate delle strategie che prevedono la partecipazione di tutti i partner dello sviluppo, compresi le organizzazioni multilaterali, i donatori bilaterali e gli stessi paesi in via di sviluppo, e l'interazione costruttiva del settore privato e della società civile. Queste strategie coprono tre aree largamente collegate: il commercio, gli investimenti privati e l'aiuto allo sviluppo.


Commercio

17. Esiste un chiaro legame tra l'accrescimento del commercio e degli investimenti e il rafforzamento della crescita economica. L'espansione del commercio migliora la crescita e il benessere e, inglobato in strategie nazionali di sviluppo di ampio respiro che considerino i bisogni dei poveri, contribuisce a ridurre la povertà. Bisogna perseguire la liberalizzazione del commercio affinchè i benefici del commercio possano essere estesi al più ampio numero possibile di paesi e di uomini.

18. In base alle stime disponibili la quota del commercio mondiale attribuita ai PMS si è ridotta nello scorso decennio. Vi sono diverse ragioni perché ciò è accaduto, ragioni che includono in particolare: le tariffe elevate imposte sulle esportazioni di prodotti agricoli e di manufatti a bassa tecnologia in cui molti PMS sono specializzati, le restrizioni quantitative sugli scambi, i sussidi distorsivi del commercio e l'inadeguatezza delle strutture interne a sostegno del commercio. Tutte le parti in gioco devono lavorare costruttivamente e in modo cooperativo per rendere possibile il lancio nella Quarta Conferenza Ministeriale che si terrà a Doha in Qatar a novembre di un nuovo e ambizioso round multilaterale di negoziati commerciali, che promuoverebbe l'estensione in tutto il mondo degli effetti positivi del commercio sull'azione di riduzione della povertà, favorendo una più ampia e profonda liberalizzazione per i beni e i servizi prodotti, venduti e consumati dai poveri in ogni paese e rafforzando il sistema multilaterale del commercio. I negoziati dovrebbero cercare di rispondere alle esigenze dei paesi in via di sviluppo e in particolare dei PMS in termini di miglior accesso al mercato, rafforzamento delle strutture interne e difficoltà di attuazione degli accordi raggiunti.

19. I PMS non potranno beneficiare appieno dell'espansione del commercio a meno che non si agisca con urgenza per aprire ulteriormente i mercati alle loro esportazioni. Di recente sono stati effettuati passi importanti, indipendentemente dai progressi compiuti nel dare avvio al nuovo round di negoziati commerciali, da parte di molti paesi avanzati per migliorare l'accesso ai mercati per le esportazioni dei PMS, che includono: l'Atto per la Crescita e le Opportunità nel Continente Africano negli Stati Uniti; l'iniziativa Tutto tranne le Armi dell'Unione Europea; il programma canadese che estende la possibilità di accesso libero da tariffe e da quote per i PMS a diverse centinaia di linee tariffarie aggiuntive; l'espansione dell'applicazione del sistema di preferenze generalizzate del Giappone. Tutti i paesi industriali dovrebbero impegnarsi verso l'obiettivo di consentire l'accesso senza alcun dazio e quota ai prodotti originari dei PMS. Se accompagnato da riforme economiche e dal rafforzamento delle strutture interne nei PMS, questo impegno contribuirebbe a espandere in modo significativo le esportazioni dei PMS, ad accrescere il livello dei flussi di investimenti verso i PMS, ad aumentare in modo permanente il loro benessere. In base a recenti stime della Banca Mondiale, per alcuni di questi paesi l'impatto in termini di crescita del PIL potrebbe perfino superare l'ammontare dei flussi annui di aiuto allo sviluppo. E' importante che le economie emergenti di maggior successo che detengono significative quote del commercio mondiale  prendano simili impegni.

20. L'accesso dei prodotti dei paesi più poveri è ostacolato anche da restrizioni quantitative, dal diffuso ricorso a sussidi distorsivi e dalla difficoltà per questi paesi di soddisfare gli standard vigenti nei mercati di esportazione. Per accrescere l'efficacia della liberalizzazione commerciale a favore dei PMS, è necessario che siano prese misure complementari per rimuovere le barriere non tariffarie che distorcono il commercio e garantire un uso appropriato delle misure di salvaguardia. I futuri negoziati in ambito OMC devono assicurare il pieno coinvolgimento dei paesi in via di sviluppo e fornire loro informazioni e assistenza tecnica per facilitarne la partecipazione al processo di regolamentazione e l'adeguamento alle regole e procedure concordate a livello internazionale. A tal fine, l'entrata dei PMS nell'OMC dovrebbe essere incoraggiata e resa più agevole.

21. Per beneficiare appieno delle migliori condizioni di accesso ai mercati, i PMS devono mettere in atto politiche in grado di facilitare la risposta del sistema produttivo e favorire una sostenuta espansione delle esportazioni, inclusa la liberalizzazione del commercio. La comunità internazionale deve aiutare i PMS ad attuare queste politiche e a rafforzare le strutture interne a sostegno dell'espansione e della diversificazione delle esportazioni. Invitiamo le IFI, l'OMC e le altre organizzazioni multilaterali che partecipano all'"Integrated Framework Initiative" a intensificare l'assistenza tecnica collegata al commercio ai PMS per aiutarli a superare i vincoli interni all'integrazione commerciale, a sviluppare appropriate istituzioni e infrastrutture, a partecipare in modo effettivo ai negoziati commerciali e a dare un posto di rilievo alle riforme commerciali nelle strategie nazionali per lo sviluppo quali i documenti di strategia per la riduzione della povertà (PRSP) e le strategie di assistenza ai paesi. Appoggiamo con forza il recente rinnovo del "Framework" mirato a rafforzare il coordinamento delle organizzazioni multilaterali, dei donatori bilaterali e degli sforzi dei paesi in via di sviluppo nel settore del commercio e seguiamo con attenzione il completamento dello schema pilota. Il FMI, il Gruppo BM e le altre Banche Multilaterali di Sviluppo (BMS) dovrebbero concentrare la loro assistenza ai PMS sul rafforzamento delle strutture interne a sostegno del commercio. La loro assistenza può favorire una forte risposta del sistema produttivo di questi paesi alla accresciute opportunità di commercio, attraverso la promozione delle necessarie riforme delle politiche economiche, incluse eventuali azioni per contrastare potenziali perdite di gettito tariffario, degli investimenti in infrastrutture per facilitare l'accesso al mercato, delle riforme giudiziarie e amministrative e degli investimenti in capitale umano. Invitiamo la BM e il FMI a riflettere su modalità e strumenti per facilitare la liberalizzazione commerciale nei PMS e la loro maggiore integrazione nell'economia mondiale, inclusa la considerazione del ricorso ai meccanismi già esistenti, quando appropriato, per attenuare nei PMS i possibili effetti avversi di breve periodo associati alla liberalizzazione commerciale.


Investimenti privati

22. L'accumulazione di capitale e la diffusione della tecnologia sono fattori cruciali per conseguire stabili miglioramenti negli standard di vita. Negli ultimi dieci anni l'aumento considerevole dei flussi di investimenti diretti esteri nei paesi in via di sviluppo non ha interessato la maggioranza dei paesi a basso reddito, dove tali flussi rimangono contenuti e sottodimensionati in rapporto al loro potenziale economico. Allo scopo di compiere progressi significativi nel conseguimento degli Obiettivi Internazionali per lo Sviluppo, è necessario che si creino, nei paesi in via di sviluppo e in particolare nei paesi più poveri, le condizioni  per attrarre maggiori investimenti, in particolare dall'estero. Tali paesi devono essere incoraggiati e sostenuti affinché si adoperino per creare un clima favorevole agli investimenti e all'accumulazione di capitale, sia esso di provenienza nazionale o estera. In aggiunta a condizioni macroeconomiche equilibrate, è necessario per i paesi meno sviluppati rafforzare la certezza, la coerenza e l'efficacia del contesto istituzionale promovendo politiche di mercato mirate a garantire la trasparenza del quadro regolamentare, giuridico e istituzionale, il libero commercio e politiche non distorsive di apertura agli investimenti diretti esteri.

23. I paesi G-7 continueranno ad avere un ruolo attivo, attraverso processi multilaterali quali la Conferenza Internazionale sul Finanziamento allo Sviluppo nel 2002, e interventi bilaterali per sostenere i paesi in via di sviluppo, e in particolare quelli più poveri, nel rendere più attraente per l'investimento privato il contesto giuridico e istituzionale nazionale. Le Istituzioni Finanziarie Internazionali (IFI) dovrebbero aiutare questi paesi a mettere in atto le politiche necessarie per attrarre e volgere a vantaggio del processo di sviluppo i flussi di capitale di lungo periodo, in particolare sostenendo misure che aumentino la certezza del diritto. Accogliamo con favore l'iniziativa per il rafforzamento del Servizio di Consulenza per l'Investimento della Banca Mondiale (FIAS), che fornisce assistenza e formazione ai paesi più poveri sulle politiche miranti a creare un clima attraente per gli investimenti. Invitiamo l'IFC e MIGA del Gruppo BM a canalizzare una quota crescente delle loro risorse per sostenere programmi di sviluppo del settore privato nei paesi più poveri. Si incoraggiano le Banche Multilaterali di Sviluppo a fare crescente ricorso a strumenti operativi innovativi (quali i cofinanziamenti e le garanzie) per promuovere accordi commerciali tra pubblico e privato atti a rafforzare le infrastrutture e il capitale umano e a facilitare l'accesso ai finanziamenti per le piccole e medie imprese.

24. L'attuazione di regole di buona condotta nel settore degli investimenti, insieme allo sviluppo di principi, codici e standard internazionali, può guidare e sostenere gli sforzi di riforma dei paesi in via di sviluppo. Invitiamo le IFI  e le altre istituzioni multilaterali a intensificare gli sforzi per promuovere l'attuazione di standard e codici internazionali attraverso il dialogo politico con i paesi membri. Invitiamo la Banca Mondiale, in cooperazione con le altre istituzioni competenti, a intensificare gli sforzi per produrre Rapporti sull'Osservanza degli Standard e dei Codici (ROSC)  per valutare il grado di conformità con gli standard contabili e la corporate governance. I progressi nell'attuazione degli standard devono essere visibili per consentire agli operatori del settore privato di adattare le loro valutazioni e le loro stime di rischio. A livello multilaterale, un regime di investimenti stabile e non discriminatorio potrebbe essere introdotto e mantenuto attraverso la definizione di un sistema di regole per gli investimento di standard elevato. Incoraggiamo inoltre la prosecuzione della discussione sugli investimenti nei gruppi di lavoro dell'OMC e esortiamo le istituzioni competenti, in particolare la BM, l'OCSE, l'OMC e l'UNCTAD a proseguire gli sforzi di cooperazione concentrandosi sui codici di condotta, sulla protezione dei diritti di proprietà e degli investitori, sulle politiche d'investimento e della concorrenza,  e sulla trasparenza dei regimi fiscali.

25. La cooperazione  regionale può aumentare la capacità di attrazione dei paesi più poveri sul piano del commercio e degli investimenti, ampliando la dimensione dei loro mercati, promovendo la convergenza verso i codici di condotta, migliorando la credibilità delle politiche e contribuendo a garantire relazioni stabili e pacifiche. Esortiamo le istituzioni multilaterali e in particolare le Banche di Sviluppo a intensificare il loro sostegno a iniziative di cooperazione regionale per liberalizzare il commercio, migliorare i servizi e promuovere politiche di investimento vantaggiose. Si esortano inoltre le stesse istituzioni a fornire assistenza tecnica per realizzare un efficace raccordo di risorse e competenze e per innalzare gli standard.

26. Il trasferimento e la diffusione della tecnologia ai paesi in via di sviluppo sono elementi chiave per accelerare il processo di sviluppo. Invitiamo l'OMC e l'Organizzazione per la Protezione dei Diritti Intellettuali (in inglese WIPO), in collaborazione con la Banca Mondiale, a fornire maggiore assistenza ai paesi più poveri nel processo di adeguamento alle regole internazionali sui diritti della proprietà intellettuale. I paesi industrializzati dovrebbero promuovere consultazioni in sede OMC allo scopo di esaminare la portata e l'impatto delle flessibilità previste negli accordi in vigore sugli aspetti commerciali legati ai diritti di proprietà intellettuale (in inglese TRIPs), tenendo presenti gli obiettivi di riduzione della povertà nei paesi in via di sviluppo. Infine, si potrebbero esplorare nuove vie per facilitare l'attuazione di questi accordi nei paesi poveri.


Investimenti in settori sociali chiave

27. L'investimento in capitale umano è una componente cruciale per garantire una crescita economica di lungo periodo e un aumento della produttività. Una popolazione sana e istruita è un obiettivo in sé oltre a costituire il veicolo per uno sviluppo economico e sociale più veloce. La sfida che i paesi più poveri si trovano ad affrontare nel migliorare il proprio capitale umano attraverso l'istruzione, l'educazione e il miglioramento delle condizioni igieniche e sanitarie spesso necessita di risorse superiori a quelle disponibili su base nazionale e richiede un accresciuto sostegno da parte della comunità internazionale. Dobbiamo aumentare e rendere più efficaci gli investimenti sociali nei paesi più poveri, rafforzando e coordinando meglio gli aiuti multilaterali e bilaterali con gli sforzi compiuti dagli stessi paesi attraverso il processo PRSP, tramite una efficace valutazione e monitoraggio dei risultati e la puntuale rendicontazione delle spese. Nel disegnare i loro programmi, le Istituzioni Finanziarie Internazionali (IFI) dovrebbero aiutare i governi dei paesi più poveri a garantire un livello adeguato di spesa nei settori sociali chiave. A questo riguardo, sosteniamo i lavori in corso per conseguire un sostanzioso rifinanziamento dell'IDA nel corso dell'anno.

Salute

28. Le condizioni sanitarie sono migliorate nel corso del tempo nella maggior parte dei paesi in via di sviluppo, tuttavia è in aumento il divario tra questi paesi e quelli a  più basso reddito rilevato sulla base di una serie di indicatori sanitari. Al ritmo attuale, gli obiettivi internazionali di sviluppo (IDG) relativi ai miglioramenti nelle condizioni sanitari non saranno raggiunti. L'imperversare dell'epidemia di HIV/AIDS, così come la diffusione della malaria, della tubercolosi e di altre malattie contagiose che rappresentano il fardello principale per i sistemi sanitari nei paesi più poveri e uccidono 15 milioni di persone all'anno, molti dei quali bambini, stanno minacciando di far fare marcia indietro a decenni di sviluppo.

29. Lo scorso anno ad Okinawa i Capi di Stato e di Governo dei paesi G-8 hanno definito la salute una priorità chiave per lo sviluppo e hanno riconosciuto la necessità di un'azione globale concertata per intensificare gli sforzi nazionali per garantire cure sanitarie più efficienti e accessibili e rafforzare le strutture che forniscono gli interventi appropriati a livello nazionale e locale. Essi si sono anche impegnati a lavorare insieme per far fronte a tre obiettivi critici, fissati dalle Nazioni Unite e dalle sue agenzie specializzate, nel ridurre il peso derivante dalle tre principali malattie contagiose e aiutare a far fronte alle ricadute sociali ed economiche nei paesi poveri. Questi obiettivi prevedono il raggiungimento entro il 2010 del:

30. In risposta a questa sfida, la nostra partnership dovrebbe essere mirata ad aumentare la consapevolezza del problema e a rafforzare la prevenzione, migliorando i sistemi sanitari e migliorando l'accesso ai farmaci nuovi e già esistenti per curare l'AIDS, la tubercolosi e la malaria. Questa partnership dovrebbe basarsi su e sviluppare ulteriormente iniziative già in corso, mettendo insieme partner dello sviluppo bilaterale e multilaterale, paesi in via di sviluppo e settore privato, e facendo ricorso ad un approccio innovativo per la raccolta di fondi. A questo proposito, abbiamo delineato un insieme di misure chiave, esposte qui di seguito.

31. Questa partnership mondiale dovrebbe evidenziare un approccio integrato per combattere la sindrome HIV/AIDS e le altre malattie infettive, mettendo a fuoco le best practices in quattro aree.

32. Quale elemento di questa partnership, noi sosteniamo l'istituzione di un fondo globale dedicato alla sanità per catalizzare risorse pubbliche e private per la lotta contro le principali malattie infettive facilitando in tal modo il progresso verso il conseguimento degli obiettivi internazionali per lo sviluppo. I paesi G-7 dovrebbero assumere la guida di tale processo impegnandosi a fornire il capitale iniziale del fondo. Le risorse rese disponibili dal fondo, accoppiate ad una forte azione da parte dei paesi in via di sviluppo medesimi, dovrebbe produrre significativi passi avanti verso il conseguimento dei tre obiettivi delle Nazioni Unite esposti in precedenza. Questo fondo dedicato dovrebbe puntare a fornire risorse addizionali per sostenere la lotta contro le malattie infettive.

33. Gli  sforzi per combattere queste malattie non saranno efficaci a meno che non siano intraprese azioni volte a rafforzare i servizi e le infrastrutture sanitarie e a promuovere lo sviluppo di sistemi sanitari sostenibili. L'impegno pubblico a livello nazionale è un pre-requisito per il successo e dovrebbe essere visibile nelle strategie nazionali di sviluppo, quali i PRSP, preparati con la partecipazione della società civile e di altri partner. La Banca Mondiale e le altre Banche multilaterali di sviluppo dovrebbero aiutare i paesi in via di sviluppo a rafforzare la gestione pubblica di politiche sanitarie sperimentate e nella fornitura di servizi per i poveri. Le Banche dovrebbero concentrare i loro programmi sul rafforzamento dei sistemi sanitari, incluso il settore della diagnostica e della prevenzione, in cooperazione con altre istituzioni internazionali operanti in campo sanitario. Questi interventi, combinati con l'utilizzo di indicatori basati sui risultati e di migliori sistemi di raccolta dei dati, sono fondamentali per migliorare la qualità, la trasparenza e l'attribuzione delle responsabilità di spesa. Raccomandiamo che i paesi in via di sviluppo lavorino con queste istituzioni per cercare di aumentare la partecipazione da parte del settore privato nella gestione delle risorse idriche, dei rifiuti e delle infrastrutture sanitarie, laddove appropriato.


Istruzione

34. L'istruzione è un diritto dell'uomo e un dovere di tutti i governi. Questo diritto è sancito da accordi che spaziano dalla Dichiarazione universale sui diritti dell'uomo alla Convenzione sui diritti del fanciullo. La buona qualità dell'educazione migliora la performance economica, contribuisce ad una maggiore crescita e alla riduzione della povertà, e favorisce la coesione e la stabilità sociale. L'eliminazione della disparità di sesso nell'istruzione primaria e secondaria favorisce lo sviluppo, poiché madri con un buon livello di istruzione garantiscono ai loro figli una maggiore attenzione alla salute e una migliore istruzione per le ragazze conduce a più ampie opportunità economiche e riduce il tasso di natalità. Una forza lavoro qualificata permette ai paesi di trarre beneficio dal trasferimento e dall'adattamento della tecnologia, che costituisce un motore chiave dello sviluppo.

35. L'istruzione di base è più debole nei PMS, sia in termini di tassi di iscrizione che di alfabetismo. Oltre 113 milioni di bambini non hanno accesso all'istruzione primaria, mentre 880 milioni di adulti sono analfabeti. La discriminazione sessuale caratterizza i sistemi di istruzione in molti paesi a più basso reddito; a giovani e adulti è negato l'accesso alla  conoscenza e alla formazione necessarie per un lavoro retribuito e per la piena partecipazione nelle loro società. Il problema della malnutrizione è anche un grosso ostacolo all'istruzione nei PMS, in quanto i bambini malnutriti  hanno un minor rendimento e una minore probabilità di rimanere a scuola. L'eliminazione della povertà non potrà essere ottenuta e le disuguaglianze tra paesi e all'interno delle società si amplieranno ulteriormente se non vi sarà un progresso più rapido verso un'istruzione più equa, più accessibile e alla portata di tutti. Se l'istruzione non diventa una priorità nelle strategie di  sviluppo e nella spesa pubblica e  non si rafforza il sostegno offerto dai paesi donatori, molti paesi non  raggiungeranno i seguenti obiettivi internazionali di sviluppo  (IDG):

36. Lo scorso anno ad Okinawa i Capi di Stato e di Governo dei paesi G-8 si impegnarono a sostenere gli sforzi dei paesi più poveri per accrescere gli investimenti nell'istruzione, sulla base del Piano di Azione scaturito dal Forum sull'educazione mondiale di Dakar, i cui lavori proseguono sotto la direzione dell'UNESCO. La principale responsabilità nello sviluppo di strategie settoriali nell'istruzione, che attribuiscono priorità al raggiungimento degli obiettivi internazionali di sviluppo (IDG) e alla promozione della qualità dell'istruzione, ricade sui governi nazionali, di concerto con la società civile e le istituzioni locali. Programmi ben definiti prevedono più elevati stanziamenti di bilancio per l'ampliamento e la riforma dei sistemi di istruzione, accordi innovativi con il settore privato, con le organizzazioni non governative e con le istituzioni locali, un maggior sostegno delle agenzie bilaterali, maggiori prestiti, una cooperazione più efficace delle organizzazioni multilaterali e lo sviluppo di indicatori in grado di misurare i risultati. Le istituzioni non governative nazionali e internazionali dovranno sostenere tali iniziative a livello locale.

37. E' importante tener conto dei bisogni di istruzione dei bambini che lavorano, eliminando le forme estreme e abusive del lavoro minorile e, quando il lavoro non è illegale e la sostituzione del reddito non è un'opzione possibile, permettendo ai bambini di combinare il lavoro con lo studio. Dobbiamo anche concentrare le nostre azioni sulla rimozione degli ostacoli all'iscrizione scolastica delle ragazze e alla loro permanenza nella scuola. In questo contesto, i paesi del G8 dovrebbero garantire il loro sostegno all'Iniziativa globale per l'istruzione femminile, condotta dall'UNICEF per conto delle Nazioni Unite, al fine di assicurare che le pari opportunità siano un elemento centrale in tutti i programmi nazionali coerentemente con il Quadro di azione di Dakar.

38. Risorse aggiuntive dovrebbero essere fornite ai paesi che hanno dimostrato impegno nel perseguire il buon governo, nel caso in cui il reperimento dei fondi costituisca un ostacolo serio al conseguimento dell'istruzione primaria universale e delle pari opportunità negli anni stabiliti. Le BMS e le agenzie multilaterali di sviluppo quali UNESCO, UNDP, UNICEF, UNFPA, in collaborazione con altri donatori, dovrebbero concentrare la propria azione a sostegno dei programmi  elaborati dai paesi poveri per conseguire gli IDGs per l'istruzione. Questo sostegno  dovrebbe essere diretto al rafforzamento delle istituzioni regionali, nazionali e locali, al miglioramento del coordinamento dei finanziamenti dell'istruzione di base nell'ambito delle strategie settoriali, agli investimenti nelle infrastrutture di base. Anche la formazione degli insegnanti dovrebbe essere sostenuta al fine di migliorare la qualità e l'offerta di opportunità educative, così come andrebbero sostenuti i passi significativi compiuti nel contrastare l'impatto dell'HIV/AIDS sull'istruzione di base. La Banca Mondiale e altre BMS dovrebbero aumentare progressivamente i loro prestiti e i programmi di assistenza tecnica per promuovere una migliore gestione del settore pubblico e l'elaborazione di politiche intese a migliorare la qualità e accrescere la responsabilità di spesa nella fornitura dei servizi. Progressi possono anche essere conseguiti attraverso il sostegno a iniziative basate sulle comunità locali. Merita di essere presa in considerazione la possibilità di mobilitare risorse del settore privato internazionale.

39. Occorrerebbe sfruttare appieno le potenzialità dell'apprendimento a distanza per ampliare le opportunità di istruzione e sviluppare strumenti più efficaci di formazione degli insegnanti. A tal fine, oltre all'assistenza fornita dalle organizzazioni multilaterali, un importante contributo può essere dato dalle attività della Task Force Digital Opportunities del G-8 stabilita ad Okinawa. L'uso esteso di Internet potrebbe facilitare la formazione degli insegnanti e l'apprendimento a distanza, consentendo il collegamento tra istituzioni e la condivisione di materiale di supporto e delle migliori tecniche di insegnamento

40. L'istruzione di base dovrebbe costituire l'obiettivo prioritario per molti paesi in via di sviluppo, che tuttavia dovrebbero essere aiutati anche nell'attuazione di programmi di formazione post-scolastica o alternativi rispetto al percorso scolastico. La transizione verso il mondo del lavoro dovrebbe essere facilitata rafforzando la domanda di opportunità di sviluppo delle conoscenze specialistiche e i legami tra istruzione formale e mercato del lavoro. Il sostegno ai paesi in via di sviluppo dovrebbe estendersi anche al miglioramento della qualità dell'istruzione superiore nelle aree considerate prioritarie attraverso schemi di cooperazione internazionale tra università, che rendono possibile la condivisione delle conoscenze, dei programmi, della tecnologia e dell'esperienza.

 


Source: Vertice di Genova 2001


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